Mi Presento!
Presentarsi agli altri, tante volte, non è una cosa semplice da fare, ma ci provo.
Sono nato nel 1950 in Campania in provincia di Napoli e, precisamente, a Castellammare di Stabia, la città delle Acque, dove vivo tuttora.
Perché la città delle acque?
Perché in questa mia città i Romani scoprirono ben 29 sorgenti di acqua minerale, curative per quasi tutte le malattie di noi umani. La mia città, è anche quella che ha dato i natali al primo presidente della Repubblica Italiana: Enrico De Nicola.
Nato figlio di un operaio metalmeccanico, la mia vita cambiò quasi subito, quando mio padre fu costretto a lasciare il lavoro a seguito di un licenziamento collettivo per rappresaglia politica nel 1956. Quindi, per poter portare avanti la famiglia, si dedicò all’agricoltura, invogliato dai genitori e dai suoceri, contadini di vecchio stampo.
Dalla scuola privata dove ho frequentato la prima elementare, dovetti, forza maggiore, frequentare le Scuole Comunali.
Fatto tutto l’iter scolastico fino al diploma di maturità tecnica, specializzazione Elettrotecnica, dopo il diploma fui assunto in una ditta di Torino, specializzata nella costruzione di impianti industriali che, in quegli anni, 1972/1975, stava costruendo i capannoni dell’Alfa Romeo a Pomigliano D’Arco.
Quando tutte le ditte italiane furono indotte per legge a trasferire le loro maestranze alle società per le quali lavoravano, diventai dipendente dell’Alfa Romeo a Pomigliano D’Arco in provincia di Napoli.
Quando nel 1985, in seguito ad una profonda crisi industriale, l’Alfa Romeo fu affidata alla FIAT Auto, divenni dipendente di questa società, ma continuando a fare lo stesso lavoro che facevo già da più di 10 anni.
Il mio ruolo in questa azienda che negli anni si è profondamente trasformata, è stato sempre quello di Capotecnico Industriale, come faceva fede il mio diploma di maturità tecnica.
A capo di una folta squadra di manutenzione, ho lavorato in questa azienda per 22 anni, fino a quando non ho dovuto licenziarmi in seguito ad una maculopatia giovanile congenita, che dopo pochissimi anni mi ha portato alla cecità.
Quando si ha dalla vita una “mazzata” come quella che mi era capitata, anche se alla cecità ci ero arrivato per gradi, non si accetta facilmente e la depressione è dietro l’angolo.
Lasciato il lavoro, infatti, la vita per me era praticamente finita e ho dovuto lottare non poco per non farla veramente finita.
Fortunatamente avevo ed ho una famiglia bellissima, una donna che ancora mi ama tanto, con due figli bellissimi che nel frattempo erano diventati adolescenti e che, vivendo il mio problema, erano maturati anzitempo e mi hanno aiutato tanto. Avevo fortunatamente anche una folta cerchia di amici ed ero anche Radioamatore. Inoltre ero stato sempre disponibile verso gli altri, cosa che mi è ritornata molto utile nei rapporti interpersonali, e questi amici sono stati molto importanti per superare questo brutto momento di crisi esistenziale della mia vita.
Superato il momento buio, un vuoto nella mia vita di circa sei mesi, mi è venuta una tale voglia di vivere che mi sono impegnato fino allo stremo per rimettermi di nuovo in carreggiata e riprendere finalmente a vivere.
Certo che, da cieco, risollevare la testa e riappropriarsi della propria esistenza non è una passeggiata, ma ero attrezzato per poter affrontare di nuovo questa vita alquanto diversa.
Ora che sono passati quasi trent’anni, facendo il resoconto di questa seconda vita, posso ritenermi soddisfatto e molto contento. Infatti, ho potuto contribuire a rendere la vita di coloro che vivono la mia stessa condizione un poco meno gravosa. Dopo pochi anni dalla mia depressione totale, ho potuto mettere a disposizione dei disabili visivi come me, tutte le mie competenze di cui, nel frattempo, mi ero appropriato con molta facilità, approfittando delle competenze tecniche che già possedevo.
E pensare che una volta lasciato il lavoro, ero totalmente disorientato. Non sapevo nulla di nulla, nemmeno dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, nonostante l’importanza di questa grande associazione storica. Non immaginavo nemmeno lontanamente che chi non ha la vista potesse studiare, potesse usare il computer, potesse fare tante cose che aiutano e fanno vivere una vita dignitosa anche ad un cieco.
In questa mia solitudine iniziale, tra i tanti che mi hanno aiutato, mi fa molto piacere ricordare un mio carissimo amico che, tra l’altra aveva il mio stesso nome e che, purtroppo, ci ha lasciati prematuramente all’inizio degli anni 2000. La sua disponibilità nei miei confronti era pressocché totale. Eravamo due persone che vivevano in simbiosi e, per me, la sua perdita è stata un’altra “mazzata” che mi ha fatto stare male per molto tempo.
La mia disponibilità verso gli altri, già sufficientemente alta, ad un certo punto è diventata totale, tanto che non mi sembra mai di fare quanto necessita per aiutare gli altri per tutte le cose che so fare con il computer e con tutti gli altri strumenti che usano Ciechi e Ipovedenti.
Negli ultimi anni, ho avuto anche la grande soddisfazione di diventare Consigliere Nazionale dell’Associazione e, come Dirigente Nazionale, ho potuto contribuire a fare molte più cose per i disabili visivi italiani. Tra le tante cose, ho contribuito a far rendere accessibile il Dispositivo di Firma Digitale di Poste Italiane, consentendo ai disabili visivi di avere a disposizione uno strumento molto importante ed accessibile, usabile facilmente e quasi alla pari di un vedente.
Per far capire meglio come la penso, vi riporto due frasi che alcuni anni fa presi da una email di un’amica:
“Quello che conservi per te, lo hai già perduto. Quello che doni agli altri, sarà tuo per sempre.”
con lo stesso spirito di queste frasi che ho poi scoperto essere un versetto del Corano, mi sono dedicato anche a questo sito che ho messo in piedi da alcuni anni, ma che solo adesso sto cercando di riempire di contenuti, con lo scopo di far trovare, in un unico posto, quello che in tanti anni ho scritto per condividerlo con gli altri disabili visivi, attraverso la stampa dell’Associazione.
Spero che quello che ho pensato per i disabili visivi risulterà utile anche ai vedenti, visto che spesso mi contattano anche loro per chiedere spiegazioni sugli articoli pubblicati.
In conclusione, voglio sperare che questa mia presentazione non urti la suscettibilità di qualcuno per le troppe cose scritte, ma non ci posso fare nulla se da disabile visivo ho vissuto e sto vivendo una vita troppo intenza, associativamente parlando, e sono veramente poche le cose qui descritte rispetto a tutto quello che il signore mi ha dato la forza di fare.
Se qualcuno ha bisogno di contattarmi, dalle pagine del sito può rilevare i miei contatti e sarò ben lieto di mettermi a disposizione per le cose che so fare.
Nunziante Esposito, Scrivi a Nunziante Esposito